Dove andare:
Società Cooperativa
Gestione Parco Archeologico del Castello di Acquafredda
S.S. 293 km 35 - Siliqua (CA)
Tel. +39 349 1564023 | +39 349 7428014
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La società cooperativa Antarias, attiva nel territorio di Siliqua, gestisce il “Domo andesitico di Acquafredda”, più conosciuto come castello medievale di Acquafredda.
Il sito è istituito a Monumento Naturale dalla Regione Sardegna e presenta svariati motivi di interesse naturalistico, storico, paesaggistico, geologico, faunistico e fanno di questo luogo un’area naturale di grande valore estetico.
Il castello di Acquafredda fu edificato sul domo vulcanico dell’Acquafredda1, picco alto 256 metri 2, che domina sulla stretta e lunga valle del Cixerri, distante 3 km circa dal centro cittadino di Siliqua.
Il castello era situato nella curatoria del Sigerro appartenente all’archidiocesi di Cagliari. Sulla esatta cronologia di fondazione e sulla paternità ci sono delle incertezze legate alla mancanza di documenti. È probabile che l’iniziativa a costruire il castello sia stata del marchese di Massa, giudice di Cagliari, e diversamente da quanto si ritiene non è attribuibile ai conti di Donoratico. A garanzia di una anteriore fondazione legata al 1257 (momento in cui vi è la spartizione dei domini dei conti di Donoratico fra il ramo di Gherardo e quello del conte Ugolino più l’acquisizione dei territori passati a quest’ultimo da parte del comune di Pisa al principio del 300), esiste un documento del 1215-1216 (CVC, XII, XIV, XV) in cui sono ricordati un Castellanuu de su monti de Acquafriida e un Cappellanu. È opinione diffusa (ma le fonti non confermano) attribuire la costruzione del castello al celebre nobile pisano Ugolino Della Gherardesca conte di Donoratico sin dal 1257, anno in cui divenne Signore della parte sud – occidentale della Sardegna dopo la caduta del Giudicato di Cagliari. Le vicende del conte Ugolino sono divenute illustri grazie ai profondi versi di Dante Alighieri nella Divina Commedia: «La bocca sollevò dal fiero pasto quel peccator…» che troviamo nel XXXIII canto della Cantica dell’Inferno3.
Si può affermare che nell’ultimo quarto della dominazione Pisana esistevano una villa denominata Acquafredda appartenete ai conti di Donoratico e il borgo del castello omonimo appartenete al Comune di Pisa. Il borgo era situato a ridosso della cinta muraria esterna della Rocca e aveva una chiesa dedicata a Santa Barbara. La cinta muraria esterna, in cui a distanza di 30-50 metri compaiono le torri di controllo (quella centrale ancora ben leggibile) in altre parti risulta diroccata, ma conserva all’esterno tracce di intonaco, assenti nella parte interna, era volta a proteggere, a ridosso, fabbricati presumibilmente destinati ad alloggi, magazzini, stalle, frantoi, mulini e cisterne per la conservazione dell’acqua4.
L’accesso al castello era garantito da due porte, una nord (principale) e l’altra (secondaria o di servizio) a sud. Nella parte esterna del castello rivolta a nord, all’altezza del secondo piano insistono 5 stemmi araldici di tipo sannitico, in quello centrale si può ancora riconoscere l’aquila imperiale (simbolo ghibellino). L’architettura nel suo insieme e di tipo romanico e come stile potrebbe comprendersi in quello di transizione (1180-1250). La muratura è costruita sulla falsariga della muraria romana listata del tipo a sacco (ciottoli) lavorata a spina di pesce. Ai piedi della collina, verso Est, sorge la ricostruita chiesa di S. Barbara d’Acquafredda, donata ai monaci Vittorini di Marsiglia nel 1089 da Costantino, Regolo di Cagliari.
Gli inventari dell’Opera di Santa Maria di Pisa riportano che nel 1272 vi risiedevano 5 suoi servi, mentre nel 1320, quando il borgo non è annoverato tra le ville ma considerato solo un insediamo militare ne risiedeva 1. Nel 1321 il Comune teneva 20 uomini d’arme e altri 13 nella rocca. Nel 1324 il castello passo sotto il dominio degli Aragonesi. Un documento del 1326 attesta che si dessero abitazioni a 30 (poi 20) popolatori provenienti da Barcellona5. Un documento compilato nel 1338 conservato presso l’Archivio della Corona d’Aragona, risulta essere il più antico inventario che gli archivi abbiano restituito. Il contenuto del documento è un elenco di quanto si trovava all’interno del castello nell’ottobre del 1338, momento della presa in possesso della fortezza da parte del nuovo castellano, il nobile Amoros de Ribelles6. Seguirà un altro inventario del 1351 relativo allo stesso castello.
Veduta aerea del castello di Acquafredda. Siliqua.
La Antarias società cooperativa organizza il 25 giugno 2023 alle ore 18:00 la visita guidata alla fortezza+aperitivo con i vini della cantina Aru di Iglesias (o altra bibita a scelta). Si potrà scegliere di effettuare anche la sola visita guidata senza aperitivo finale.
Patrimonio riconosciuto dall’UNESCO, la falconeria è stimolo alla conoscenza e promotore di incontri tra le persone; la falconeria come filo narrativo che invita ad immergersi nella tradizione e nella storia dei luoghi.
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castellodiacquafredda@gmail.com
www.castellodiacquafredda.com
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