La scoperta del tempio di Antas la si deve ad Alberto La Marmora che ne curerà una prima descrizione. Il tempio di Antas (templum Sardi Patris) sorge nella regione storica dell’Iglesiente, su un’area interessata da una modesta necropoli di tipo a pozzetto attribuibile alla prima età del Ferro, successivamente sede di un santuario cartaginese dedicato al dio Sid, per diventare in età romana luogo di culto per la venerazione del Sardus Pater.
I pozzetti funerari di Antas, tra il IX e gli inizi VIII sec. a.C., sono i sepolcri di personaggi di particolare emergenza nella gerarchia della comunità di appartenenza. I sepolcri, scavati nel 1984 furono tre, due restituirono resti di inumazione con deposizione seduta verticale, la restante sepoltura risultava priva di resti umani ma accompagnata da svariato corredo funerario. Nello scavo del 2004 si indagarono altri due sepolcri che hanno restituito inumati in posizione verticale seduta e alcuni frammenti ceramici d’impasto. Alla prima fase cultuale potrebbe appartenere un altare quadrato attribuibile alla prima età del Ferro, riutilizzato nel tempio punico.
La documentazione epigrafica punica e romana ha rivelato come il tempio di Antas sia stato luogo di culto semitico del dio Sid addir Baby, che trova soluzione di continuità con la fase romana che attesta il culto del Sardus Pater Babi, che tramanda l’epiteto protosardo. La struttura muraria punica del tempio utilizza blocchi squadrati di arenaria provenienti dalla costa, mentre la fase costruttiva romana utilizzerà blocchi squadrati estratti dalla vicinissima cava di meta dolomia di Conca s’Omu. La costruzione dell’edifico templare romano da ricondursi al II sec. a.C. ha visto l’edificazione di un tempio su basso podio accessibile attraverso una successione di terrazze di cui una ospitava anche l’altare. Il tempio è un prostilo tetrastilo, articolato in pronao e cella (che avrebbe successivamente ospitato un impianto artigianale), dotata di un alto basamento per le statue di culto, accessibile all’interno, per servizio, mediante due porte, e nella parte terminale vi è l’adyton bipartito.
Il tempio venne eretto su un modesto rilievo alle falde meridionali del Monte Conca s’Omu (“il cucuzzolo della casa”). L’edificio è orientato sulla direttrice SE – NO imponendo ai fedeli l’ascesa al podio mediante una gradinata che insiste sull’area dell’originale tempio punico, ormai quasi completamente cancellate nel corso dei lavori di ricostruzione del tempio in forme romano-italiche alla metà del II secolo a.C.
A poca distanza dal tempio insiste un abitato di età tardo antica e altomedievale composto da strutture subcircolari.
Tra i rinvenimenti all’interno dell’area del tempio di Antas si citano una statuina bronzea di un personaggio ignudo con lancia proveniente da una tomba (T3) della necropoli dell’età del ferro, della seconda metà del IX secolo a.C., le epigrafi cartaginesi di V e III secolo a.C. sono riferite a statue e immagini dedicate a Sid e Melqart, a Tanit o Demetra a cui si aggiungono numerosissimi altri reperti.