Dove andare:
Società Cooperativa
Via Roma, 20
Perfugas (SS)
Tel. +39 079 564241 | +39 349 7777103
SERVIZI
• Gestione di uffici turistici
• Visite guidate
e passeggiate naturalistiche
• Wedding planner
• Organizzazione di mostre ed esposizioni
• Concessione spazi espositivi
e sale convegni
• Organizzazione di eventi
• Laboratori per studenti
La Società Coopertiva Sa Rundine, attiva nel territorio di Perfugas dal 1997, gestisce il Museo Archeologico e Paleobotanico, il Pozzo Sacro di Predio Canopoli e il Retablo di S. Giorgio.
Il Pozzo Sacro del Predio Canopoli venne alla luce nel 1923 durante la sistemazione del giardino del signor Domenico Canopoli, ma se ne ebbe notizia solo nel marzo del 19241. Fu il Cav. Benetti, allora ispettore onorario dei monumenti dell’Anglona, a darne notizia. Non ci furono, in quel periodo, nè scavi archeologici nè restauri murari, ma venne fatto il rilievo accurato e il disegno con le varie sezioni. Dopo di che l’allora soprintendente Antonio Taramelli diede ordine di ricoprire il monumento.
Gli scavi veri e propri cominciarono alla fine degli anni ’70. La prima campagna di scavo liberò solo la struttura del pozzo. Una seconda campagna di scavo, avvenuta alla fine degli anni ’80, permise di liberare le costruzioni adiacenti il pozzo sacro, scoprendo un sito molto più vasto rispetto a quello che sembrava.
La struttura è interamente realizzata con pietra calcarea: i blocchi, finemente lavorati, si incastrano perfettamente l’uno con l’altro. È probabile che la rifinitura delle superfici venisse fatta in loco, dopo la messa in opera dei massi e a lavoro finito.
La struttura, realizzata a secco e a sacco, con due murature collegate l’una con l’altra da conci a forma di T o a coda di rondine, come precedentemente riferito, è suddivisa in tre distinte parti:
- La prima area è stata identificata nel vestibolo, rettangolare e finemente lastricato, in cui si possono osservare tre blocchi ben definiti. Due di questi, appoggiati alla muratura, uno di fronte all’altro, sembrerebbero dei sedili che ospitavano i celebranti; il terzo, posto in posizione centrale con, nella parte superiore, una sorta di vaschetta ed una cavità pervia doveva probabilmente fungere da altare o mensa lustrale. Dopo l’ipotetico rituale, che appagava l’esigenza religiosa, in questo stesso luogo venivano successivamente deposti o appesi, e infine riposti, i numerosi ex-voto. Di questi sono giunti fino a noi due esempi di bronzo: un toro, conservato al museo Sanna di Sassari, e un bue, custodito nel museo nazionale di Cagliari. Furono entrambi realizzati con la tecnica della cera persa fusa in pieno. Al MAP di Perfugas si può ammirare la copia del toro.
- Nella seconda parte si trova la scala di otto gradini racchiusa nelle pareti con blocchi aggettanti a formare una sorta di architettura ogivale grazie alla perfezione dell’aggetto.
- La terza unità è rappresentata dalla camera del pozzo, ipogeica, di pianta circolare e perfettamente lisciata. L’estremità superiore della camera, sopraggiunta a noi incompleta, doveva probabilmente chiudere a falsa cupola (tholos). È possibile anche ipotizzare, per la parte del vestibolo, una sorta di copertura a doppio spiovente, a riprendere l’architettura di Su Tempiesu di Orune.
All’esterno della camera, alcuni blocchi di trachite racchiudono la canaletta della falda acquifera che, con un ben studiato impianto di canalizzazione, faceva entrare l’acqua nel pozzo
Un foro del troppo pieno, collocato sulla parte sinistra della camera del pozzo e inserito sullo stesso livello del secondo gradino dall’alto, faceva defluire l’acqua all’esterno, in modo che il vestibolo non venisse mai inondato. Ciò consentiva all’acqua di riempire il pozzo coprendo 7 gradini.
Anticamente un thémenos (recinto sacro), oggi del tutto irriconoscibile, racchiudeva il sacro tempio. Nella muratura esterna al pozzo sono presenti, come anche in altri, delle bugne circolari che potrebbero rappresentare degli elementi connessi al culto o più probabilmente una soluzione tecnica utilizzata per il trasporto e la messa in opera dei blocchi.
A nord del monumento, in posizione più elevata sorgono altre strutture, una delle quali di pianta rettangolare interpretata come un megaron, che sono messe in relazione con frequentazioni precedenti e successive alla costruzione del pozzo sacro nell’area.
Il MAP (Museo Archeologico Paleobotanico) di Perfugas espone e conserva gran parte dei reperti provenienti dal patrimonio paleobotanico e archeologico dell’Anglona.
Due temi particolari caratterizzano e rendono singolare l’esposizione del MAP: i fossili delle Foreste pietrificate dell’Anglona e le più antiche fasi di popolamento della Sardegna, il Paleolitico e il Mesolitico.
Il percorso espositivo è suddiviso in 5 sale e 8 sezioni cronologiche con alcuni approfondimenti tematici: la Dea madre con bambino, l’acqua e il sacro in età nuragica. Chiude l’esposizione una sala topografica dedicata ai comuni del territorio.
♦ Prima Sala
Sezione paleobotanica: espone fossili vegetali la cui formazione risale a circa 23 milioni di anni fa, quando l’attività vulcanica in atto nella zona e i fenomeni idrotermali, distrussero le antiche foreste i cui tronchi, immersi nei bacini lacustri, subirono un processo di fossilizzazione attraverso la sostituzione della lignina con i minerali di silice.
Sezione paleolitica: presenta i manufatti in pietra tra i più antichi rinvenuti sinora in Sardegna, datati al Paleolitico inferiore (400.000-120.000 anni fa) e quindi corrispondenti ai primi insediamenti dell’uomo nell’isola. I reperti sono stati realizzati in selce e sono costituiti per lo più da lame, raschiatoi e denticolati.
♦ Seconda Sala
Sezione Mesolitica: I manufatti, rinvenuti nella grotta Su Coloru di Laerru, sono costituiti da strumenti in pietra molto piccoli denominati Microliti, che venivano immanicati e utilizzati per la pesca.
Sezione neolitica ed eneolitica: presenta materiali in ceramica e in pietra datati alla Cultura di Ozieri (3.500-2.700 a.C.). Spicca inoltre per le sue caratteristiche, la statuina di Dea Madre con Bambino, riferibile al neolitico Medio (4.000-3.500 a.C.).
♦ Terza Sala
Sezione nuragica: gli oggetti esposti testimoniano la cultura materiale della Civiltà Nuragica (1800-238 a.C.), in particolare ceramiche rappresentate da vasellame di varie forme e oggetti in bronzo rappresentati da pugnali, fibule e bracciali provenienti dai numerosi nuraghi e alcune Tombe di Giganti del territorio.
♦ Quarta Sala
Focus “L’acqua e il sacro”: questa sezione è dedicata alle strutture architettoniche anglonesi della tarda età nuragica legate al culto dell’acqua: il pozzo sacro in calcare bianco del Predio Canopoli, ubicato nel centro urbano di Perfugas, la fonte sacra di Niedda, inserita nell’agro di Perfugas e il pozzo Irru di Nulvi. Tra i reperti più importanti: la copia del bronzetto del toro e numerosi frammenti di modellini di nuraghe.
Sezione classica: questa sezione include i reperti che testimoniano gli intensi rapporti commerciali con le popolazioni Fenicio-Puniche e Romane durante il periodo del tardo nuragico.
♦ Quinta Sala
Sezione medioevale: L’Età Medievale è documentata da maioliche provenienti dalle Chiese dell’Anglona.
Sezione del territorio: l’ultima sala, secondo un’esposizione topografica, è dedicata ai ritrovamenti e al lavoro che, dal 1978, la sede operativa della soprintendenza archeologica, dislocata a Perfugas, ha svolto in Anglona. Sono presenti vetrine dedicate a 13 comuni del Territorio.
Il Retablo di San Giorgio, attualmente collocato all’interno del museo diocesano “Santa Maria degli Angeli” di Perfugas, era l’altare maggiore della chiesa campestre di San Giorgio. Realizzato nel XVI secolo, riprende un chiaro stile gotico – aragonese.
Non avendo notizie certe sull’autore, questo viene convenzionalmente chiamato “Maestro di Perfugas.
Il Retablo è composto da 52 tavole separabili e da cornici intarsiate, ricoperte di lamina d’oro.
Gli elementi principali che caratterizzano l’opera sono:
LA PREDELLA: collocata nella parte sottostante la nicchia e in cui era inserito un altare, anticamente realizzato in pietra. Al centro di questa è posizionata la Pietà, che spicca sui dipinti dei quattro dottori della chiesa (Ambrogio, Gregorio, Gerolamo e Agostino).
IL TEMA: costituito da una serie di scene che vanno a rappresentare i momenti principali della vita di Gesù e di Maria. Di notevole pregio sono le scene che raffigurano: l’Annunciazione, la Visitazione di Maria a Elisabetta, la Natività e, al centro, la Sacra famiglia con Sant’Anna. A sinistra della nicchia, la tavola della dedicazione che raffigura San Giorgio nell’atto di uccidere il drago.
LA NICCHIA: vano realizzato al centro del tema che attualmente contiene la statua lignea di San Giorgio che uccide il drago. Ai lati della nicchia sono stati raffigurati i quattro Evangelisti e i Santi diaconi.
IL POLVAROLO: cornice esterna ricurva in avanti nella quale è stato rappresentato in basso a destra il Committente.
Nel complesso il Retablo è una spiegazione di fede completa ed esauriente, un vero e proprio catechismo iconografico per il popolo.
Ironik Festival 9a edizione – A Perfugas Live and Djset: scopri le date e i dettagli del programma!
Società Cooperativa
Via Roma, 20
Perfugas (SS)
Tel. +39 079 564241 | +39 349 7777103
info@sarundine.com
Progetto finanziato ai sensi del
POR FESR Sardegna 2014-2020 Asse I – Ricerca Scientifica, Sviluppo Tecnologico e Innovazione Azione 1.2.2 – Supporto alla realizzazione di progetti complessi di attività di ricerca e sviluppo su aree tematiche di rilievo e all’applicazione di soluzioni tecnologiche funzionali alla realizzazione delle strategie di S3
Carlo Delfino Editore
Via Caniga, 29b
07100 Sassari (SS)