FORDONGIANUS (OR)
FORUM TRAIANI - SOCIETà COOPERATIVA
Dove andare:
- Area archeologica delle Terme romane
- Casa Aragonese
- Chiesa e cripta di San Lussorio Martire
- Bagni termali Is Bangius
Dove andare:
Società Cooperativa
Via Umberto I, 4
Fordongianus (OR)
Tel. +39 0783 60157 | +39 346 2143581
SERVIZI
• Book shop
• Punto vendita
• Souvenirs e artigianato
• Audioguide in italiano, inglese, francese,
tedesco, spagnolo
• Visite guidate in lingua italiana
• Laboratori didattici
• Disponibilità di tablet con la guida
nel linguaggio internazionale dei segni
La Cooperativa Forum Traiani nasce il 12 febbraio 2001 su iniziativa di un gruppo di nove giovani qualificati, di età compresa tra i 25 ed i 40 anni. Il suo principale obbiettivo è quello di valorizzare il territorio di Fordongianus per farne un centro turisticamente attrezzato, che possa offrire ai sempre piú numerosi turisti incuriositi dalle bellezze dell´entroterra sardo, un servizio adeguato alle loro necessità.
A tale scopo gestisce l’Area archeologica delle Terme Romane e la Casa Aragonese, fornendo la visita guidata in entrambi i siti, organizza mostre e partecipa all’organizzazione di convegni e manifestazioni che in qualche modo possono far conoscere al visitatore usi e tradizioni del luogo, gestisce la struttura termale risalente al 1800 dove si possono fare balneazioni in acque termali terapeutiche, offre pacchetti comprendenti visita ai siti e pranzo nei ristoranti locali.Inoltre, la Cooperativa Forum Traiani è specializzata in laboratori didattici ed attività didattiche per le scuole con un ampio catalogo dedicato alle gite scolastiche.
Le più antiche testimonianze di epoca romana nel territorio di Fordongianus risalgono a età Tardo Repubblicana. L’area archeologica delle terme romane si trova immediatamente a ridosso del Fiume Tirso e del moderno abitato di Fordongianus, per la prima volta fu sottoposta a scavi archeologici regolari nel 1899-1902, ripresi poi nel 1969 e a fasi alterne ancora in corso1.
L’impianto termale originario sfrutta le fonti naturali (acquae calidae) di acqua calda che fuoriescono alla temperatura di 54°C, al contrario di un secondo edificio in cui l’impianto termale è artificiale. La visita all’area archeologica inizia nella sponda meridionale del Fiume Tirso, proseguendo all’interno delle terme dove si può visitare il complesso. La composizione strutturale dell’edificio è articolata secondo un progetto di ingegneria idraulica. Tutto inizia da un muro in opus caementicium con doppio paramento in opus quadratum in trachite, eretto sopra uno strato alluvionale il cui ruolo è quello di trattenere l’acqua calda e allo stesso tempo arginare l’acqua del fiume in periodi di piena. La vena d’acqua fu ingabbiata in un pozzo rettangolare, inserito in un ambiente in opus quadratum restaurato in opus caementicium e rivestito da opus vittatum mixtum, originariamente coperta con una volta a botte. L’acqua defluiva alla natatio (vasca) a pianta rettangolare edificata in opus quadratum, dotata ai lati di gradini che davano accesso al fondo della vasca. Un sistema di canali e di fistule (tubi) in piombo, regolati da chiusure di bronzo (volte a miscelare acqua calda e fredda), consentiva il riempimento della vasca che veniva poi scaricata sul lato nord. I lati settentrionali e meridionali erano porticati da volte a botte illuminati da lucernai quadrati. Sul lato settentrionale della natatio, successivamente all’abolizione avvenuta in età antica, si realizzarono tre vasche rettangolari in blocchi di trachite, diffusamente utilizzati grazie alla grande abbondanza di cave di pietra e dal riutilizzo dei conci, completate in opera cementizia con paramento in opus vittatum mixtus rivestito in cocciopisto. A est del porticato e della natatio si osserva un ambulacro (corridoio) originariamente pavimentato da un mosaico che dava accesso a una porta realizzata sul muro d’argine. Sempre sul lato orientale dell’ambulacro insiste un altro ambiente realizzato in opera cementizia con paramento in opus vittatum mixtum e successivamente in opus testaceum. Al primitivo complesso termale si aggiunsero le “seconde terme”, alimentate da un impianto di riscaldamento artificiale, si estendono in un area rettangolare in parte occupata da strutture in opus quadratum incorporate nelle nuove terme. L’originale ingresso era sulla piazza lastricata. L’apodyterium-frigidarium a pianta rettangolare è dotato sui lati N e S di due vasche disassiali rispettivamente semicircolare e rettangolare. La struttura alterna opus quadratum in trachite e vasti specchi in opus caementicium con paramento in opus vittatum mixtum regolare in origine avente pavimento in mosaico. Tutto inizia da un muro in opus caementicium con doppio paramento in opus quadratum in trachite, eretto sopra uno strato alluvionale il cui ruolo è quello di trattenere l’acqua calda e allo stesso tempo arginare l’acqua del fiume in periodi di piena. La vena d’acqua fu ingabbiata in un pozzo rettangolare, inserito in un ambiente in opus quadratum restaurato in opus caementicium e rivestito da opus vittatum mixtum, originariamente coperta con una volta a botte. L’acqua defluiva alla natatio (vasca) a pianta rettangolare edificata in opus quadratum, dotata ai lati di gradini che davano accesso al fondo della vasca. Un sistema di canali e di fistule (tubi) in piombo, regolati da chiusure di bronzo (volte a miscelare acqua calda e fredda), consentiva il riempimento della vasca che veniva poi scaricata sul lato nord. I lati settentrionali e meridionali erano porticati da volte a botte illuminati da lucernai quadrati. Sul lato settentrionale della natatio, successivamente all’abolizione avvenuta in età antica, si realizzarono tre vasche rettangolari in blocchi di trachite, diffusamente utilizzati grazie alla grande abbondanza di cave di pietra e dal riutilizzo dei conci, completate in opera cementizia con paramento in opus vittatum mixtus rivestito in cocciopisto. A est del porticato e della natatio si osserva un ambulacro (corridoio) originariamente pavimentato da un mosaico che dava accesso a una porta realizzata sul muro d’argine. Sempre sul lato orientale dell’ambulacro insiste un altro ambiente realizzato in opera cementizia con paramento in opus vittatum mixtum e successivamente in opus testaceum. Al primitivo complesso termale si aggiunsero le “seconde terme”, alimentate da un impianto di riscaldamento artificiale, che si estendono in un area
rettangolare in parte occupata da strutture in opus quadratum incorporate nelle nuove terme. L’ originale ingresso era sulla piazza lastricata. L’apodyterium-frigidarium a pianta rettangolare è dotato sui lati N e S di due vasche disassiali rispettivamente semicircolare e rettangolare. La struttura alterna opus quadratum in trachite e vasti specchi in opus caementicium con paramento in opus vittatum mixtum regolare in origine avente pavimento in mosaico.
La cosiddetta casa “aragonese” di Fordongianus, è un edifico databile tra la fine del millecinquecento e gli inizi del milleseicento. Essa rappresenta una tipologia abitativa tipica del centro Sardegna (Fordongianus e Abbasanta in particolare) alla quale si sovrappongono elementi architettonici e decorativi appartenenti a un repertorio internazionale, qui giunti attraverso la mediazione spagnola. L’elemento più spettacolare di questa casa, insieme alle pietre lavorate che decorano porte e finestre, è rappresentato dal portico anteriore.
Recuperato in occasione dei restauri del 1980-82 e rimontato secondo il primitivo assetto, rappresenta la maggior differenza che distingue l’architettura domestica di questa zona da quelle del Campidano di Cagliari ed Oristano, dove l’abitazione tradizionale presenta il portico (sa lolla) addossato alla casa e affacciato sul cortile, chiuso da alti muri e accessibile da un grande portale. Qui, il cortile si trova sul retro, dotato di ingresso secondario. Internamente, la casa Aragonese presenta tredici stanze distribuite in due unità abitative. La prima, acquisita dal Comune di Fordongianus nel 1978, delimitata all’esterno dal porticato, comprende 7 stanze, tre affiancate nella parte anteriore e 4 sul retro e distribuite su un unico piano.
La seconda, acquisita dal Comune nel maggio del 2009, ne comprende 4 al piano terra e due al secondo piano, ottenute soppalcando le due camere anteriori. Originariamente le due parti costituivano un unico edificio e comunicavano grazie ad una caratteristica porta ad angolo, murata sul finire del 1800 per dividere la struttura in due differenti proprietà. Essa è costruita in trachite, prevalentemente di colore rosso, pietra di origine vulcanica presente in grandi quantità nel territorio di Fordongianus. Le porte e le finestre sono riccamente ornate da elementi in stile tardo-gotico aragonese e con contaminazioni di ambito rinascimentale.
Gli ambienti della Casa Aragonese sono caratterizzati dagli armadi a muro, da sedili addossati alle finestre esterne e da tanti piccoli particolari che rendono questa casa unica ed originale La copertura è tessuta secondo una semplice orditura lignea, su cui poggia la caratteristica stuoia di canne, a sua volta coperta dalle tegole. Il retro della casa aragonese si sviluppa in settori ben delimitati da muretti e portali, quali l’orto-giardino, la stalla e un ambiente coperto dove sostavano i carri agricoli.
Per l’importanza da essa rivestita nell’ambito dell’architettura tradizionale sarda, la casa Aragonese, venne integralmente ricostruita in Piazza d’Armi, a Roma, nel 1911, nell’ambito delle mostre di etnografia italiana organizzate in relazione ai festeggiamenti per il cinquantennio dell’Unità d’Italia.
Le sale dell’edificio ospitano, dal dicembre 2021, suggestive presenze. Si tratta di opere in rete metallica raffiguranti una serie di figure impegnate nei lavori domestici, realizzate dall’artista e allestitore oristanese Mauro Podda. L’artista, seppur utilizzando un materiale restio ad essere sagomato, è riuscito a riprodurre figure di eccezionale impatto. Un omaggio alla figura della donna, fulcro e pilastro della famiglia, nei secoli. Con la loro eterea e leggiadra presenza, rievocano il vissuto di quelle famiglie, che, avvicendatesi per secoli in quegli ambienti, hanno garantito a noi, oggi, di poter vedere conservata questa meraviglia dell’architettura gotico – catalana in Sardegna, quale è, appunto, la Casa Aragonese.
La chiesa intitolata a San Lussorio è stata costruita nel XII secolo in stile romanico-pisano, forse ad opera dei Monaci Vittorini di Marsiglia, ed è circondata dalle caratteristiche “cumbessias”. Lussorio con la lettura dei Salmi si convertì al cristianesimo e, sotto l’Impero di Diocleziano, nel 304 d.C., venne processato, condannato e decapitato. Il suo corpo fu seppellito in una cripta dove oggi sorge la chiesa a lui dedicata.
Arriva a Fordongianus la Quarta Edizione di “Forum – Un’esperienza da vivere”, che ci porterà a (ri)scoprire i mestieri, le passioni e i sapori della tradizione!
La Soprintendenza ABAP di Cagliari e il Segretariato del MiC per la Sardegna aderiscono anche quest’anno alle Aperture Straordinarie promosse dal Ministero della Cultura
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